
Walter Veltroni alla tribuna in piazza per celebrare l’anniversario della Liberazione
“Combattere l’indifferenza per difendere la libertà. L’antifascismo fu scelto allora dai giovani perché voleva dire libertà. Oggi a furia di tenere la testa china sul cellulare si rischia di avere anche la schiena curva. Invece quello che avviene attorno a noi, dalla Turchia alla Russia, dall’Ucraina a Gaza, non può lasciarci indifferenti. Oggi tutto si misura a follower, ma follower in italiano vuol dire seguace. E io non voglio vivere in un mondo di seguaci ma di cittadini consapevoli”. È questo, in estrema sintesi, il messaggio di Walter Veltroni, già sindaco di Roma, parlamentare e fondatore del Pd, oggi scrittore e regista, dalla tribuna sotto la Basilica per ricordare gli 80 anni della Liberazione.

Uno scorcio del pubblico in piazza, valutabile tra le 1500 e le 2000 persone
Mezz’ora di discorso appassionato e lucido, praticamente a braccio, che ha evitato ogni tono polemico (solo una volta gli è scappato un ironico sobriamente riferito ai consigli del ministro Musumeci) e ogni riferimento politico. Veltroni ha toccato il cuore del problema, che è culturale. “Nell’era dei social è tutto follower e pollice su o pollice giù – ha spiegato – Questi comportamenti li abbiamo già visti, nella mia Roma, con i gladiatori. Al Colosseo tutti si agitavano ma l’unico pollice che contava era quello dell’imperatore. E noi rischiamo di finire così: tutti a far rumore e gli autocrati a decidere”.
Veltroni per l’ottantesimo della Liberazione è stato all’altezza di un altro 25 aprile a Vicenza, quello del 1975, quando Pertini (presidente della Camera e non ancora della Repubblica) venne a parlare infiammando una stracolma piazza dei Signori. Erano anni difficili, fra terrorismo e stragi. E, come allora, anche oggi sul palco c’era Giorgio Sala, 97 anni di lucidità. Quest’anno il pubblico è stato più folto del solito, stimabile fra i 1500 e i 2000 presenti. Nessun esponente della destra sul palco, ma due consiglieri del centrodestra, Maltauro fresco ex leghista passato al gruppo misto e Notarangelo di Impegno per Vicenza. Molte donne fra le autorità: Moretti, Sbrollini, Filippin, Luisetto, Isabella Sala, Balbi, Baldinato.

L’ex sindaco Giorgio Sala, oggi 97enne, sul palco del 25 aprile come 50 anni fa con Pertini in piazza

L’orazione di Sandro Pertini in piazza dei Signori a Vicenza: si riconoscono Sala, il prof. Zio e l’avv. Marzot
Prima di Veltroni in tribuna hanno parlato il sindaco Possamai, che ha richiamato l’aria di libertà di Beppe Fenoglio, Francesco Binotto, presidente dei Volontari della Libertà a nome del forum delle associazioni antifasciste e il prefetto Filippo Romano. Il tentativo del corteo del centro sociale ex Bocciodromo di invadere la piazza dopo aver sfilato per il centro è stato arginato dal servizio d’ordine.

Giovanni Rolando come sempre in prima fila in piazza dei Signori il 25 aprile
Veltroni ha anche ricordato nel suo discorso papa Francesco (“ha combattuto come un leone per la pace”) sottolineando che questo 25 aprile “ha il dovere di unire due parole: libertà e pace”.