Cibic interpreta emozioni e sentimenti delle piante con nuove sculture

La mostra sarà aperta dal 26 marzo al 13 aprile alla Fondazione Luigi Rovati di Milano. Cibic trasforma le piante in sculture di alluminio e anche di lana annodata. Un tocco di genialità che ci riconferma

Con una mostra a Milano, Matteo Cibic esplora i sentimenti e le emozioni delle piante. Le riproduce con lana annodata, perfino in alluminio. Il suo consueto tocco geniale. Se lo vedesse Stefano Mancuso, uno dei maggiori botanici al mondo, che insegna a Firenze, gli darebbe un bacio in fronte. Più lo si esplora, infatti, più il mondo vegetale riserva sorprese. Come si ricorderà, qualche mese fa Cibic è stato insignito di una targa dal sindaco di Vicenza a sottolineare l’importanza del suo lavoro artistico e la riconoscenza della città.

L’artista Matteo Cibic accanto a una sua installazione di lana annodata esposta in questi giorni a Milano. Le foto sono di Banjamin Vallet

E Matteo prosegue su questa strada. In occasione di Art Week e della Design Week 2025, infatti, la Fondazione Luigi Rovati di Milano presenta Lakapoliesis di Matteo Cibic. Dal 26 marzo al 13 aprile il padiglione d’arte e il giardino ospitano un nuovo corpo di lavori dell’artista che esplora, con linguaggi sperimentali, le capacità cognitive del mondo vegetale. Lakapoliesis è un progetto che ridefinisce il rapporto tradizionalmente stabilito tra animali e piante, capovolgendone la visione antropocentrica.

Un’altra immagine della mostra organizzata alla Fondazione Rovati a Milanoo. Le piante diventano strutture di lana annodata

Ispirato dalle mappe illustrate di Alexander Humboldt e agli scritti di Jagadish Chandra Bose e Monica Gagliano, Cibic realizza cartografie cromatiche tridimensionali e composizioni vegetali di grande formato, volte a descrivere emozioni e sentimenti delle piante.

Protagoniste dell’esposizione curata da Chiara Guidi – spiega una nota – sono sculture in legno, alluminio riciclato, polvere di marmo e lana annodata, che danno forma a una nuova nomenclatura vegetale attraverso una narrativa inedita e asimmetrica.

Due sculture di Matteo Cibic ottenute utilizzando l’alluminio rappresentano le piante

Nel giardino due sculture di grande formato in alluminio riciclato – realizzate con il supporto del Cial (Consorzio nazionale imballaggi alluminio) – raccontano l’immortalità di questo materiale e la sua capacità di rinascere sotto molteplici spoglie. Accanto alle nuove opere, la mostra al padiglione d’arte include un estratto di Dermapoliesis, un precedente progetto del 2017 in cui Matteo Cibic ha immaginato un futuro in cui le piante possono generare profumi e prodotti già processati, attraverso una serie di prototipi botanici dal carattere ibrido e futuristico che raccontano ipotetici nuovi sistemi produttivi.

I due progetti – prosegue la nota – frutto di una costante ricerca condotta da Cibic dal 2017 a oggi, mostrano come l’interesse dell’artista verso il mondo vegetale sia mutato nel tempo: da strumento a servizio dell’uomo, che ne ottimizza produzione e distribuzione, a oggetto misterioso che opera in tempi e spazi che sfuggono al controllo dell’uomo.