È mancato a Creazzo Bertillo Cracco, papà del cuoco Carlo. Aveva 97 anni. Era sposato con Lidia, che è in buona salute e ha 90 anni. Sono genitori di quattro figli: oltre a Carlo, infatti, ci sono Nicola, Giovanni e Annalisa. Il rapporto con il papà è sempre stato speciale per Carlo. Lui lo ricorda con grande affetto: “È stato sempre un esempio per me e mi ha lasciato libero di scegliere”. Ed è la stesa libertà, ha spiegato il cuoco, che lui vuole lasciare ai suoi figli per trovare la propria strada.

Carlo Cracco in Galleria a Milano, dove ha fatto nascere il nuovo ristorante da alcuni anni e una foto di qualche anno fa del papà Bertillo
Due ricordi servono a dipingere il rapporto fra padre e figlio. Il primo è legato al broccolo fiolaro, di cui – su suggerimento dell’amico Vladimiro Riva del consorzio Vicenza è – è diventato un divulgatore nazionale. Non solo lo ha cucinato ed era presente nel suo menu al ristorante Cracco – Peck, ma ne insegnava le virtù anche in convegni e show coocking. Trovate diversi video su You tube che lo testimoniano.
E il papà Bertillo, puntualmente, ogni settimana, prendeva una sporta di broccoli, saliva sul treno e li portava al ristorane del figlio in via Victor Hugo. Chi scrive li ha fotografati assieme una ventina di anni fa durante il passaggio dell’ortaggio. In seguito, Carlo è stato rifornito dall’azienda agricola di Alberto Maccagnan sulla collina di Creazzo.

Il papà Bertillo fotografato circa vent’anni fa nella cucina del ristorante di Milano, consegna a Carlo il broccolo fiolaro di Creazzo
Il secondo ricordo professionale riguarda lo spot dell’acqua Panna della San Pellegrino. Era il 2008, quando il papà aveva 80 anni. Carlo aveva appena scritto il libro “La quadratura dell’uovo” nel quale spiegava la ricetta delle tagliatella di uovo, e non di pasta all’uovo. Un procedimento complicato, che qui non vale la pena di sottolineare. Nello spot c’è il papà al quale viene servito questo piatto e Carlo aspetta con lo sguardo timoroso ma fiducioso un suo parere. Lo inquadrano con il volto serio. Lo spot si conclude con una frase emblematica di Carlo: “Il papà continua a preferire la cucina della mamma”.
Coup de theatre geniale che gli sceneggiatori hanno creato sui ricordi di Carlo. Il quale, intervistato da me, spiegava: “Perché avrei dovuto raccontare una bugia?”.
In una recente intervista a Tony Damascelli su Il Giornale, Carlo ricordava alcuni aspetti della vita familiare. “Il broccolo fiolaro non lo conosceva nessuno, veniva considerato brutto e insapore, costava cinquanta lire, oggi ci vogliono cinque euro come minimo. Mio padre me li portava a Milano”.
E ha proseguito: “Papà era operaio nelle ferrovie, un lusso, da militare fu carrista nel centro Italia. Non gli è mai piaciuto ricordare quel tempo. Pochissime parole, in famiglia vigeva il silenzio, nessuna domanda, dialogo impossibile, mio padre diceva che i problemi non si portavano a casa, ci pensava mia madre Lidia ad addolcire quell’atmosfera che era comunque tipica di un tempo ormai irripetibile, lei era il filtro, la sua pazienza è stata decisiva. Fino a quando papà è arrivato ad un’età più robusta, verso i 65-70 anni ha preso a modificare il suo carattere”.
Papà e mamma gli davano del “lazzarone” perché invece di studiare Carlo pensava a divertirsi. “Non senza qualche ragione”, ha riconosciuto poi. È anche per questo motivo – mi ha raccontato – che ha scelto la scuola alberghiera: era la più lontana da Creazzo (voglia di libertà) e l’edificio aveva un colore viola che lo intrigava.
Mica che tutto sia stato rose e fiori: aveva sette in italiano e quattro in cucina. Poi ha capito. Ha mantenuto la capacità letteraria – teatrale, che gli ha garantito successivamente una fortuna in tv, e ha approfondito la vena gastronomica. Che tutti scoprono meravigliati, credendo che sia un coté della sua abilità interpretativa. Ma lui è un serio professionista di gran livello vent’anni prima di iniziare l’avventura televisiva. Tant’è che quando se n’è andato da Marchesi, all’Albereta, tra i rimbrotti del grande Gualtiero, aveva trenta persone sotto di sè. Carlo è un professionista di gran valore che, a un certo punto della sua vita ha scoperto di saper svolgere anche un altro mestiere. Anche Carlo Emilio Gadda fu un ingegnere che si scoprì letterato e scrittore. Ai grandi capita di saper interpretare bene due lavori.
Antonio Di Lorenzo