Oliviero Toscani, scomparso questa mattina a Milano per malattia, aveva un legame particolare con Vicenza. Proprio a Vicenza, infatti, ha dedicato il suo primo libro di fotografia, edito nel 1977 da Franco Muzzio che si intitolava appunto Vicenza. È un libro incantevole che interpreta la Vicenza della prima metà degli anni Settanta, con i suoi personaggi, le strade, le scenografie di una città che stava cambiando pelle. All’inizio il libro è impreziosito da un dotto saggio di Fernando Bandini sulla storia e l’anima di Vicenza.
In quegli anni, Toscani frequentava anche la casa e la cantina di Firmino Miotti, portato da un gruppo di amici come Franco Tizian, Virgilio Scapin, Pio Serafin, l’avvocato Pilan e molti altri. La casa del vignaiolo a Breganze era un punto d’incontro per decine di persone, mlti gli intellettuali, tra cui lo stesso Bandini o il maestro Bepi De Marzi. Proprio alla famiglia Miotti Toscani scattò anche alcune foto, così come al gruppo di eno-frequentatori delle serate in Cantina.
La foto scattata da Oliviero Toscani a Firmino Miotti con la moglie e le due figli cinquant’anni fa
Un altro segno della presenza di Toscani a Vicenza è stato il celebre manifesto della Primavera a Vicenza del 1973, la celebre foto di un gruppo di vicentini, allora piuttosto conosciuti, aggrappati al monumento di Palladio nella piazzetta. Con Carlo Geminiani in cima alla statua con un palloncino, si riconoscono il salumiere Araldo Geremia, lo scrittore Scapin vestito da prete, il calciatore Ezio Vendrame, il vigile Riccardo Dante, il gelataio Brustolon, lo strillone che in corso Palladio vendeva i giornali del pomeriggio, il ristoratore degli Schioppi e via elencando.
Oltre trent’anni dopo, l’ultima opera di Toscani a Vicenza ha riguardato il teatro comunale in viale Mazzini. Nell’estate del 2007, a cantiere ormai sostanzialmente concluso, rispose alla richiesta di Serena Serblin, sua amica da sempre (alla quale inviava anche il suo olio prodotto in Toscana) e venne a Vicenza per scattare alcune foto alla nuova struttura. La sua mano anche in quell’occasione fu inconfondibile. Quelle foto furono usate per realizzare la brochure che fu distribuita la sera dell’inaugurazione, il 10 dicembre 2007.
Antonio Di Lorenzo