Impariamo dagli alberi a vivere: una mostra di disegni di Davide Ceccon

La mostra s’inaugura sabato 11 gennaio da Galla – Libraccio e resterà aperta per tre settimane. Una trentina di pregevoli tavole in bianco e nero che raccontano i meriti delle piante e i demeriti degli umani

Gli alberi sono vivi (e su questo siamo tutti d’accordo) comunicano (attenzione, non sostengo che parlino) e da loro abbiamo tutto da imparare. A partire dalla prossima estinzione, che, parola di Stefano Mancuso, neurobiologo, botanico e professore a Firenze, a questi ritmi arriverà nel 2060-2070. Del resto, l’anidride carbonica è aumentata del 40% dai tempi del protocolo di Kyoto, cioé 36 anni fa.

Uno sguardo intenso di Davide Ceccon, che è anche fotografo di vaglia

L’alternativa per scampare a questo destino è imparare dalle piante. Non è uno scherzo o una battuta. Spiega il professore: “Il genere umano deve operare un’altra rivoluzione copernicana e guardare agli specialisti di sopravvivenza. Le piante, che vivono sul pianeta da 510 milioni di anni. Noi appena da 300 mila. Hanno superato tutte le estinzioni di massa. Se vogliamo sopravvivere, impariamo da loro. Perché il loro cervello è tutt’altro che banale. Non si muovono, certo, ma sono intelligenti: hanno un forte istinto sociale, riconoscono i loro simili, comunicano con altre piante e con gli animali, perfino con rettili e mammiferi, hanno una forte capacità di adattarsi, anche all’aumento dell’anidride carbonica. E così sopravvivono”.

Un’altra tavola di Ceccon della mostra da Galla: le nodosità dell’albero diventano gli occhi

Parole che potrebbe ripetere anche Davide Ceccon, artista polivalente, che ai meriti delle piante (e, inversamente, a quanto le trattiamo male) dedica una mostra. La rassegna di Davide Charlie Ceccon si apre da Galla – Libraccio sabato 11 gennaio alle 17.30: è organizzata da Fondo plastico e durerà tre settimane. Ceccon, 64 anni, vicentino d’azione è noto anche a livello nazionale come disegnatore, umorista, vignettista, fotografo. Ha lavorato anche con Snoopy, Comix, e Smemoranda. Il soprannome Charlie se l’è dato lui stesso in memoria dell strage a Charlie Hebdo che avvenne giusto dieci anni fa di questi giorni.

Per questa occasione, ha realizzato una trentina di pregevoli disegni sul tema, con alberi vivi, spesso malandati.

Le piante, sostiene Stefano Mancuso, comunicano fra loro e anche con i mammiferi, come la scimmietta raffigurata dall’artista su un ramo dell’albero

“Si tratta di tavole tutte in bianco nero – spiega l’artista – con in segno a china 0,4 mm. Una specie di mantra, di disegni a cervello spento, per una volta mi allontano dai molti temi della satira e della vignetta. Ho disegnato seguendo il gusto del caso e una sorta di ordine caotico del segno, cercando forme di vita vegetale in difficoltà. Due soli alberi con le foglie contro trenta spogli o caduti. Alberi come esseri che non uccidono per vivere. Non fuggono, si spostano coi semi e donano ombra, legno, frutta, ossigeno, vita. Chi altro fa questo? Interconnessi hanno un loro linguaggio: noi li trattiamo male sino a farne carta igienica”.