Arrestata 46enne accusata di aver ucciso un’anziana e tentato di avvelenarne altri quattro con sovradosaggio di medicinali

La donna è una falsa operatrice socio assistenziale. Accusata di aver somministrato dosaggi eccessivi di neurodepressori e di benzodiazepine. Indagine della procura sulla “signora omicidi” è durata nove mesi

Arrestata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza su mandato della Procura una donna di 46 anni vicentina, falsa operatrice socio assistenziale, accusata di omicidio di un’anziana e di tentato omicidio verso altre quattro persone. Potremmo definirla, usando il titolo di un film, “la signora omicidi” anche se il film del 1955 è diverso nella trama.

Secondo le indagini dei carabinieri, come riferisce una nota dell’Arma che non ha diffuso il nome della donna, ha tentato di uccidere queste persone avvelenandole con sovradosaggio di medicinali. Le indagini sono partite nove mesi fa dopo una denuncia presentata a Breganze nel marzo scorso, che segnalava alcune anomale circostanze relative a periodi immediatamente antecedenti alla morte di un’anziana del posto e al rapido peggioramento dello stato di salute di altri due anziani coniugi nel momento in cui tutti erano stati assistiti a domicilio per un periodo dall’arrestata.

L’indagata – prosegue la nota – è stata prima commessa e poi titolare di una profumeria: ha una grande capacità affabulatoria e ha sempre millantato di avere qualifiche professionali in campo sanitario. È accusata di aver cagionato la morte di un’anziana, nonché del tentato omicidio di altre 4 persone, tutti anziani e residenti nel vicentino, alle quali aveva prestato assistenza a domicilio per dei periodi negli ultimi anni e somministrato consapevolmente dei sovradosaggi di medicinali ad azione
neurodepressoria (Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico) che in alcuni casi non erano inseriti nella terapia prescritta dai medici.

L’arrestata è altresì accusata di rapina aggravata ai danni di un’anziana che stava assistendo, essendosi impossessata di molti preziosi dopo averla “stordita” con una massiccia dose di benzodiazepine. Successivamente rivendeva il tutto a vari comproro della zona per un valore complessivo di 3.000 euro, motivo per il quale le viene contestato anche l’autoriciclaggio. Per la scomparsa dei preziosi, riusciva a far ricadere la colpa sulla vittima raggirando i familiari.

L’analisi dei social network effettuata dai carabinieri – prosegue la nota – ha consentito di accertare che tutti gli incarichi assunti erano scaturiti
da richieste fatte da persone sui gruppi locali di Facebook anche a causa della cronica difficoltà nel reperire badanti o comunque persone qualificate per l’assistenza di persone anziane.

Le indagini dei carabinieri – aggiunge la nota – hanno dimostrato che tutti gli anziani assistiti dall’indagata, sebbene affetti da patologie diverse fra loro (in alcuni casi addirittura assenti), hanno dovuto fare ricorso ai sanitari in via d’urgenza, presentando tutti i medesimi sintomi (torpore, stordimento, disartria, difficoltà a reggersi in piedi) che nella totalità dei casi non erano conseguenze delle malattie sofferte e che comunque in precedenza non avevano mai manifestato.

Coloro che sono sopravvissuti e interrotto il rapporto di assistenza con l’indagata, non hanno più avuto tali tipi di problematiche così come non le avevano avute prima di tale rapporto.


Nel corso delle indagini è stato appurato che la donna è una assidua consumatrice di benzodiazepine e nel tempo era riuscita ad acquistare detta tipologia di farmaci in importanti quantità, talvolta anche destinate alla cessione a terzi, motivo per il quale è anche accusata di spaccio di medicinali.

I carabinieri stanno eseguendo accertamenti su tre farmacie.