Dodici valori spiegati ai giovani dal calendario dei carabinieri: ci pensa l’autore del commissario Ricciardi

Un riuscito cocktail di grafica ed efficacia dei testi: Maurizio De Giovanni e Marco Lodola riescono in un’impresa educativa attraverso le lettere che un padre scrive al figlio. Come Cuore” di De Amicis

Prendete un autore di best seller gialli come Maurizio De Giovanni, noto per il commissario Ricciardi e i Bastardi di Pizzofalcone, diventati altrettante serie televisive; aggiungete la creatività di Marco Lodola, artista poliedrico e fondatore del nuovo futurismo, ma anche autore del manifesto delle olimpiadi di Torino 2006 e partner in varie avventure di tanti vip musicali; mixate con una spruzzata dei vostri ricordi di Enrico Bottini destinatario delle lettere del papà in Cuore, proprio quello di De Amicis, e avrete il nuovo calendario storico dei carabinieri.

Il ten. col. Contente, al centro, con il maggiore Dario Giancarlo Russo e la capitana Rosa Sciarrone

Insomma, un cocktail di grafica riuscita e di narrazione di qualità. Solo la serietà (ma non seriosità) dell’Arma e il suo distacco dai luoghi comuni poteva individuare il narratore del proprio calendario nell’autore di un commissario di polizia, qual è De Giovanni che ha creato Ricciardi. E al diavolo la concorrenza tra i cugini, come si definiscono l’un l’altro.

L’anno scorso la scelta era caduta su Massimo Gramellini, che aveva individuato un mood differente: aveva individuato dodici storie esemplari nella Storia dell’Arma. Quest’anno l’obiettivo è ravvicinato, perché lo scopo è di coinvolgere i giovani e spiegare loro i valori (ma anche i rischi) della vita, gli stessi che sono chiamati ad affrontare i militari, i quali – non va dimenticato – sono cittadini con le stellette, non Ufo in nero né i castigamatti di Pinocchio. Traguardo ammirevole, che De Giovanni centra con la riconosciuta efficacia. I racconti del calendario, uno per mese, sono diventati 12 lettere che un maresciallo dei carabinieri, vedovo, scrive a suo figlio. È comandante di stazione, il maresciallo – in Italia quel grado è un’istituzione, da Totò a Rocca, passando per De Sica, non ce ne voglia il generale a quattro stelle Luzi – e spiega in ciascuna delle lettere al figlio adolescente i punti cardinali dell’esistenza, come vorrebbe fare qualsiasi genitore.

Lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, autore delle lettere del calendario dell’Arma

Le lettere del papà al figlio ricordano, ça va sans dire, le lettere che il papà scriveva nel diario di Enrico, il protagonista di Cuore, ambientato nell’anno scolastico 1881-1882. A 142 anni di distanza molti mezzi di comunicazione sono cambiati, è ovvio, e i rischi sono aumentati. Però non è cambiata l’umanità, quella che traspare nel calendario, come valore base della vita che innerva anche l’Arma. Lo sottolinea il ten. colonnello Antonio Contente, comandante del reparto operativo a Vicenza, che nella caserma di via Muggia ha presentato il calendario assieme al maggiore Dario Giancarlo Russo, comandante della compagnia di Vicenza e alla capitana Rosa Sciarrone dell’ufficio comando.

La copertina del calendario 2025 dell’Arma dei carabinieri

I punti cardinali etici che sottendono le storie sotto forma di lettere riguardano il branco, come modo violento di fare gruppo prevaricando i deboli. I giovani prigionieri del cellulare e del computer, che rifiutano la realtà e si rinchiudono in una stanza: hikikomori, li chiama la psichiatria con termine giapponese. Il valore e il rispetto delle regole, che tutelano la vita della comunità. Il bullismo, che è diventato cyberbullismo attraverso l’umiliazione digitale. Il rispetto delle donne, e qui non c’è altro da aggiungere se non che c’è un assassinio di donne ogni tre giorni in Italia, al 90% per opera di italiani. L’intimità violata nei telefonini, e anche qui basta dare un’occhiata ai giornali di oggi per capire che peso abbiano gli spioni digitali. La droga, universo negativo cui ormai ci siamo abituati, specie alla cocaina vista purtroppo come eccitante quasi necessario per una vita sempre più veloce ed esigente. E poi cè il rispetto della natura, che inizia dal non abbandonare i rifiuti del pic nic; la ragione che parla a bassa voce è un altro leit motiv, un antidoto alla rabbia come stile di vita, dagli stadi alla televisione. Il colonnello Contente cita una massima: “Stai lontano da chi diffama e da chi giudica subito”. Perfino il Var nel calcio obbedisce a questa logica.

Marco Lodola, artista poliedrico che ha curato la grafica e le immagini del calendario

Infine, l’idea che “non c’è sicurezza senza libertà” è un altro must del calendario: un’idea che non è mai abbastanza scontata da non valer la pena di ribadire. Ultima nota, ma non per importanza, anzi: le lettere il papà maresciallo le affida all’album di famiglia curato dalla mamma scomparsa: un modo per ribadire il dodicesimo valore, quello dell’amore familiare che resta vivo sempre.

Il calendario è stampato in 1 milione e 200 mila copie in otto lingue, compreso il cinese e il giapponese.