L’Orestea di Terzopulos all’Olimpico è uno spettacolo così affascinante che ripaga dei dubbi che possono nascere dall’idea di assistere a tre ore e mezza di tragedia in greco antico, per di più senza intervallo. E le sedute dell’Olimpico non sono comodissime per le schiene che le frequentano così a lungo. Ma ne vale la pena. Battute a parte, se c’è qualcosa che possa assomigliare a quello che doveva essere live il teatro di Eschilo 2500 anni fa è indubbiamente questo spettacolo. Bastano pochi minuti per dimenticarsi la lingua, che diventa familiare, ci si interessa poco anche della traduzione che s’illumina nel timpano del teatro. Tutta l’attenzione è concentrata, anzi calamitata dagli attori sul palco. La loro forza espressiva fa superare ogni difficoltà, la comunicazione è profonda. Parole, ma anche vocalizzi, canti, danze, movimenti, il sangue che abbonda, diventano l’autentica lingua che lega gli attori agli spettatori. Così il teatro comunica la vita, perché è vita.
Theodoros Terzopoulos con gli attori riceve gli appalusi del pubblico al termine dello spettacolo
Merito di Eschilo, ovviamente, e anche di Theodoros Terzopoulos, che ha riunito e adattato in un solo spettacolo Agamennone, Le Coefore e Le Eumenidi. Una bella scommessa che ha vinto. Non a caso è chiamato maestro. Il suo obiettivo – spiega – è scavare in profondità nel mito per cercare l’imprevedibile, l’insolito e il paradossale. A Vicenza ha portato lo spettacolo che ha debuttato a Epidauro a luglio. Molto fisico, perché lui – spiega – cerca la relazione dinamica del Corpo con il Mito, il Tempo e la Memoria. Anche per questo motivo Il Coro, ventuno giovani straordinari, è in grande evidenza. Fanno onore al titolo dato al ciclo di spettacoli, che è stato battezzato appunto Coro dai curatori, Marco Martinelli ed Ermanna Montanari.
Solo lodi per gli attori: nei ruoli principali Tasos Dimas, Sophia Hill (Clitemnestra), Kostantinos Kontogeorgopoulos (Oreste), Aglaia Pappa (Athena), Evelyn Assouad (Cassandra), Niovi Charalambous (Elettra), Nikos Dasis (Apollo). Olimpico affollato con molti giovani, presumibilmente del Pigafetta: applausi scroscianti.
Antonio Di Lorenzo